La conservazione dei contenuti social

Come contrastare l’estrema volatilità dei dati condivisi sui social media? L’archivista digitale Sara Thomson fornisce alcuni consigli in materia

Se è vero che tutti i contenuti digitali sono a rischio di perdita e obsolescenza, come abbiamo avuto modo di verificare anche di recente, quelli condivisi sui social media sono tra i più vulnerabili in assoluto. Le piattaforme social hanno l’obiettivo di vendere i dati a chi potenzialmente interessato al loro utilizzo, mentre sono molto meno orientate ad archiviarli e conservarli nel lungo periodo, attività tanto onerosa e complessa quanto poco o per nulla profittevole. Tenendo conto di ciò, e di quanto velocemente possono cambiare le condizioni di accesso alle piattaforme (se non addirittura il loro stesso destino), è evidente che tutto quanto venga pubblicato e messo in condivisione su questi canali sia per sua stessa natura estremamente effimero e volatile.

Pur tuttavia, con un pò di accorgimenti è possibile far fronte almeno in parte a questo tipo di problemi e preservare nel tempo i contenuti che riteniamo di maggiore interesse e valore. Sara Day Thomson, archivista digitale della Digital Preservation Coalition, ha pubblicato di recente una lista di raccomandazioni a riguardo. Si tratta per lo più di considerazioni di buon senso, ma spesso è proprio la mancanza di buon senso a causare la perdita irreversibile dei dati.

Il primo consiglio è di effettuare un download periodico dei contenuti postati. Pur se con modalità e condizioni diverse, la grandissima maggioranza dei social media permette di farlo. Un articolo di Wired, risalente al 2014, fornisce particolari dettagli a riguardo. Quanto alla frequenza di download, il consiglio varia  a seconda delle differenti modalità di utilizzo dei social. Secondo la Thomson, chi se ne serve a livello professionale per finalità di marketing e comunicazione dovrebbe effettuare almeno un download ogni 3, massimo 6 mesi. Per tutte le altre tipologie di utenti, la periodicità ideale dovrebbe essere compresa tra i 6 e i 12 mesi. “Una volta effettuato il download - scrive l’esperta - gestite i contenuti con la stessa cura che dedichereste a documenti importanti come quelli fiscali, bancari o di lavoro”.

Il secondo consiglio è di effettuare molti back up. Per le foto o i video postati online, l’ideale è di tenerne sempre una copia sui propri device digitali. Se così non fosse, si può sempre rimediare tornando al punto uno della lista, effettuando un download dei contenuti che si pensa siano degni di essere conservati nel tempo. Da buona archivista digitale, la Thomson raccomanda anche di effettuare più copie dei documenti, di modo da salvarle su più supporti, tra cui anche eventuali servizi cloud, e scongiurare ulteriormente i rischi di perdita irreversibile.   

Rimanendo in tema di back up, un ulteriore invito è a rinnovarli di frequente. Non sono i soli contenuti digitali ad essere a rischio di obsolescenza, lo stesso vale per i device, e per alcuni, quali ad esempio pen drives e simili, in maniera ancora più particolare. “Migrate i file prima che sia impossibile recuperarli dai device su cui li avete salvati - prosegue la Thomson - molto spesso per strumenti particolarmente delicati e volatili come i CD, e comunque ogni 3, massimo 5 anni anche per i ben più longevi hard disk esterni”. Lo stesso consiglio vale ovviamente anche per i servizi cloud: le aziende del settore tendono a cambiare o magari uscire di scena con molta rapidità: sarebbe quindi sempre buona norma avere la precisa cognizione delle loro traiettorie di vita. “Se i servizi cambiano in peggio o cessano del tutto - è la chiosa - muovetevi in tempo utile per mettere al sicuro i vostri dati e trasferirli altrove”.

Un’ulteriore raccomandazione è di tenere il più possibile puliti e organizzati i propri file, di modo da evitare che la confusione possa essere causa della perdita di contenuti rilevanti. “Fate pulizia almeno ogni sei mesi - si legge nell’articolo - se non cancellate file non utilizzati o poco rilevanti di volta in volta, finirete per accumulare così tanto materiale da rendere onerosa la sua conservazione, se non impossibile il reperimento di quello che realmente vi interessa”.

“In estrema sintesi - conclude la Thomson - siate responsabili nei confronti delle foto e dei documenti digitali e condivisi sui social che vi stanno particolarmente a cuore e che vorreste preservare nel tempo. Magari un domani avrete voglia di mostrare quelle foto ai vostri nipoti (o almeno alcune). Se così fosse, non vi precludete questa possibilità. È probabile che dobbiate agire più in fretta di quanto pensiate: quindi non perdete più tempo o rischierete davvero di perdere i vostri contenuti digitali”.

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi ?

Piè di pagina