I metadati? “Parlano di noi e delle nostre relazioni”

Wired dedica un articolo ad Immersion, software creato da un accademico americano per ricavare informazioni sugli individui a partire dai metadati delle loro e-mail. Una operazione per sensibilizzare sulla loro importanza, spiega, ma soprattutto su quella della privacy

Dei metadati finora si erano interessati quasi esclusivamente gli addetti ai lavori, tra cui ovviamente i professionisti della conservazione, scrive Sandro Iannacone in apertura dell’articolo pubblicato su Wired. Dopo la scandalo Prism però, di colpo la parola è entrata nel gergo comune, imponendosi come un tema caldo sul quale si sta giocando una partita planetaria. Ma cosa sono esattamente i metadati, e per quanto riguarda i comportamenti di navigazione on line, cosa raccontano di noi? Molte cose, stando all’opinione di César Hidalgo, professore al Mit Media Lab di Boston e da oltre 20 anni impegnato proprio nello studio e nella ricerca su questo particolare tipo di informazioni. Cose che l’esperto ha provato a rendere evidenti con la creazione del software Immersion. Usandolo, si legge nell’articolo, è possibile intuire nel giro di pochi secondi il potere descrittivo dei metadati, e quanto sia possibile mettere a nudo le nostre relazioni se si riesce ad entrarne in possesso.

“Il software (…) funziona così – si legge in apertura dell’articolo – gli lasciate le chiavi del vostro account Gmail e lui vi mostra la vostra rete di interazioni sul Web, costruita a partire dai metadati delle vostre conversazioni elettroniche. Ma in questo caso non c'è lo zampino né di Prism o della National Security Agency, né di alcun whistlebower. Avviene tutto con l'assenso dell'utente, e, soprattutto, basta un clic per cancellarsi. Immersion è stato ideato da César Hidalgo, professore al Mit Media Lab, che si occupa di metadati da oltre vent'anni. E oggi racconta entusiasticamente come visualizzare la propria nuvola di interazioni sia un'esperienza extra-corporea, che può “cambiare il modo di pensare”. E farci rendere conto di quanto possano rivelare di noi queste informazioni. 

Facciamo per un momento un passo indietro. In generale, i metadati sono semplicemente, come suggerisce il nome, dei dati che riguardano altri dati. Ora e durata di una chiamata telefonica, per esempio. Oppure mittente e destinatario di una mail. Ma non il contenuto della chiamata o il testo della mail. Cose che, prima che scoppiasse lo scandalo Datagate, il grande pubblico più o meno ignorava. Ma da quando si è saputo che l'agenzia per la sicurezza nazionale statunitense era così interessata ai metadati, il loro reale valore è diventato immediatamente oggetto di discussioni pubbliche. Si tratta di uno strumento innocuo con cui il governo cerca di dare la caccia ai criminali o è una reale minaccia per la privacy di tutti? E, in ogni caso, perché Hidalgo li carica di un significato emotivo così profondo? 'Semplicemente perché sono dati che riguardano intimamente le persone', spiega lo scienziato. 'O, ancora meglio, le interazioni tra le persone'…”.

Leggi l’articolo integrale su Wired

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ultima modifica 2013-07-22T13:23:00+02:00
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