Definito il primo standard europeo per la fattura elettronica

Lo European Committee for Standardization ha approvato una modello e una serie limitata di sintassi standard che dovranno essere adottate in tutti gli Stati membri. Su Agenda Digitale, Andrea Caccia illustra i cambiamenti per le amministrazioni italiane

Lo European Committee for Standardization (CEN) ha definito la prima norma tecnica comunitaria per la fattura elettronica, consistente in un modello di riferimento e in una serie limitata di sintassi standard che tutte le amministrazioni degli Stati membri dovranno adottare. Su Agenda Digitale il presidente del technical body CEN/TC 434 sulla fatturazione elettronica Andrea Caccia ha illustrato i principali cambiamenti che deriveranno a seguito dell’approvazione del modello per le amministrazioni italiane. Caccia spiega in apertura che entrambi i documenti oggetto di approvazione erano previsti dalla Direttiva 2014/55/UE, relativa alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici, nonché propedeutici alla sua stessa attuazione. L’esperto precisa anche che per la pubblicazione dei documenti in Gazzetta Ufficiale Europea occorrerà attendere ancora qualche settimana. Da quel momento in avanti, tutti gli Stati membri dovranno recepirli disponendo di 18 mesi per farlo nel caso delle PA centrali e 30 mesi per quelle locali.

La Direttiva - prosegue Caccia - partendo dal riconoscimento che i formati in uso sono molteplici e che nessuno di questi ad oggi prevale, propone una soluzione basata sullo sviluppo di un insieme di documenti di normazione tecnica. Tra questi i documenti che sono stati approvati:

  • la definizione di un modello di dati semantico degli elementi essenziali della fattura, la c.d. “core invoice”. La core invoice non è dunque una rappresentazione in un formato specifico ma un modello che consente di rappresentare il contenuto della fattura in grado di supportare qualsiasi formato e le traduzioni tra formati diversi, garantendo nel contempo la possibilità di ottenere la conformità con le norme fiscali di qualsiasi Stato dell’UE. Questa base comune di interoperabilità è la chiave di volta per consentire un ottimo grado di convergenza, pur preservando gli investimenti già fatti, spesso verticalmente, nell’ambito dei vari settori o filiere.
  • La definizione di una lista limitata di sintassi standard, per ognuna delle quali sarà presto pubblicata dal CEN anche la specifica corrispondenza sintattica con il modello core, e che tutte le PA europee saranno obbligate ad accettare

Nel prosieguo dell'articolo, Caccia spiega che se il nuovo standard europeo ha in comune con gli svariati modelli adottati a livello nazionale, tra cui Fattura PA, l'obiettivo del risparmio di soldi pubblici e della lotta all'evasione fiscale, è da considerarsi più ambizioso visto e considerato che non è stato pensato per garantire un semplice adempimento di legge, quale quello della digitalizzazione della sola fattura, quanto bensì tutte le fasi dei processi di acquisto, per portare "ad un miglioramento del sistema paese con benefici ben superiori della sola maggiore efficienza degli adempimenti fiscali e prerogativa del mercato unico digitale europeo".

"La dematerializzazione della sola fattura, anche lato PA - prosegue Caccia - consente una digitalizzazione parziale, spesso inesistente quando la fattura viene stampata e gestita a mano ed è totalmente inadeguata a supportare procedure d’appalto interamente elettroniche che per altro diventeranno presto obbligatorie. Il progetto Fattura PA rischia pertanto di infilarsi in un vicolo cieco". Preso atto di questi limiti a livello nazionale, Caccia precisa anche che per quanto riguarda i territori, in Italia Ia Regione Emilia Romagna, tramite Intercent-ER, è andata oltre la logica del mero adempimento, essendo stata "la prima ad investire in questa direzione e già pronta a gestire in modalità elettronica tutte le fasi dell’eProcurement".

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