The State of Digital Preservation in 2018

In un report statunitense, esperti e addetti ai lavori riflettono sulle principali sfide e prospettive nel panorama della conservazione digitale

Su iniziativa della società di ricerca e consulenza statunitense Ithaka S+R, attiva nel sostegno alle attività accademiche e di ricerca, è stato pubblicato il report “The State of Digital Preservation in 2018. A Snapshot of Challenges and Gaps”. Di seguito l’introduzione dello studio a opera della curatrice Oya Y. Rieger:

Il nostro patrimonio culturale, storico e scientifico viene sempre più spesso prodotto e condiviso in formato digitale. L’ubiquità, pervasività, variabilità e fluidità di questi contenuti fa sorgere una serie di interrogativi sulle attività messe in campo dalle biblioteche e dagli archivi nel campo della conservazione digitale, per far fronte ai rapidi cambiamenti organizzativi e tecnologici in atto e alla conseguente riconfigurazione delle priorità.

Ithaka S+R è interessata ad esplorare il panorama attuale dei programmi e servizi in materia di conservazione digitale, al fine di individuare le questioni più rilevanti dal punto di vista della ricerca e delle policies, di cui tenere conto nella definizione delle prossime strategie per l’erogazione di borse di studio e altre agevolazioni.

Perseguendo questo scopo, tra giugno e luglio 2018 mi sono confrontata con 21 esperti e opinion leader, per raccogliere i loro punti di vista sullo stato dell’arte della conservazione digitale. Questo report viene prodotto per condividere alcuni temi ricorrenti nel corso di queste conversazioni, al fine di stimolare un dibattito ancora più ampio sul tema, che possa anche essere utile allo sviluppo di un filone di ricerca in questo particolare settore da parte di Ithaka S+R.

L’ecosistema della conservazione digitale è ricco di svariate iniziative e rilevanti contributi. Piuttosto che offrire delle ampie generalizzazioni, questo paper ambisce a scattare un’istantanea dei temi sui quali si sta interrogando al momento un gruppo di individui che vantano una particolare autorevolezza ed expertise nel settore. Piuttosto che celebrare i loro ultimi risultati, con questo lavoro ho cercato di mettere a fuoco le opportunità e i bisogni. Di conseguenza, inevitabilmente, il report fa il punto sulle sfide e quanto resta da fare, dedicando meno attenzioni ai pur significativi sviluppi registrati in questo ambito negli ultimi venti anni.

Riconosciamo senz’altro il contributo fondamentale delle persone intervistate, le organizzazioni che rappresentano e più in generale l’intero ambiente della conservazione digitale. Grazie al loro lavoro molto prezioso possiamo intravedere le basi per la definizione di una infrastruttura tecnica, di servizio e normativa. La community sta crescendo e diventando più strutturata e il suo impegno deve essere quello di capire come rafforzare le collaborazioni in questo ambito così complicato.

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