Harvard, on line 32.000 opere del Bauhaus

La città americana ebbe un rapporto privilegiato col movimento, ospitando anche suoi esponenti. A 3 anni dal centenario, gran parte dei materiali Bauhuas custoditi nei propri musei e archivi sono stati digitalizzati e sono ora accessibili sul sito dei Musei d’Arte cittadini

Nel 2019 si celebrerà il centesimo anniversario del movimento architettonico e artistico del Bauhaus. Fondato dalll’architetto Walter Gropius in Germania nel 1919, e attivo durante l’intero periodo della Repubblica di Weimar, il Bauhaus esercitò, e continua a esercitare, una influenza di estrema rilevanza sul mondo dell’architettura, del design e della cultura in generale.

In vista del centenario, sono già tante le iniziative di commemorazione annunciate. Tra gli altri, anche l’istituzione dei Musei d’Arte di  Harvard, negli Stati Uniti, organizzerà una rassegna dedicata allo speciale rapporto intercorso tra la città americana, e in particolare il suo ateneo, e il movimento. Harvard non solo fu la prima città americana ad ospitare una mostra del Bauhaus, ma accolse anche molti dei suoi esponenti, non ultimo lo stesso Gropius, che fu a capo del Dipartimento di Architettura dell’Università dal 1937 al 1952.

Non è quindi casuale che ad Harvard siano custodite moltissime opere e documenti ascrivibili al Bauhaus, ed è proprio grazie alla digitalizzazione di gran parte di questi materiali che fin da oggi, con 3 anni di anticipo sul centenario, gli studiosi e appassionati di tutto il mondo possono accedere ad una nuova collezione digitale on line dedicata al movimento.

32.000 le opere che sono state digitalizzate e sono ora consultabili sul sito degli Harvard Art Museums: riproduzioni di dipinti, tessuti e fotografie, ma anche pubblicazioni e appunti di lezioni. Nel loro insieme, permettono di far luce sull’enorme portato della rivoluzione Bauhaus e su come le sue idee e suggestioni si diffusero in America.

Accedendo al sito è possibile navigare le collezioni per filoni tematici, quali ad esempio "Il Bauhaus ad Harvard", "Pedagogia" e "Tipografia", ricercando gli artisti o gli studenti del movimenti, o ancora i periodi di tempo, le tecniche di produzione e altre chiavi di ricerca specifiche. Della collezione digitale fanno parte anche diversi volumi storici e bibliografie dedicati al movimento e una mappa di Google sulla quale sono indicati tutti i luoghi di “attecchimento e crescita” del Bauhaus ad Havard, a cominciare dal l’Art Study Center.

“Speriamo che questa iniziativa possa soddisfare i pubblici più svariati – ha dichiarato uno dei curatori del progetto – anche chi non ha mai sentito parlare del Bauhaus può accedere a questi materiali e farsi un’idea a riguardo. Ugualmente, speriamo di avere messo a disposizioni contenuti nuovi ed estremamente interessanti per chi ad esempio sta scrivendo la propria teti di laurea sul movimento. Cento anni dopo, la sua rilevanza è rimasta immutata”.

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