Conservare l’arte contemporanea, la parola agli addetti ai lavori

Cosa rimarrà per le nuove generazioni nel momento in cui la produzione delle opere artistiche e culturali tende sempre più all’immateriale? Sul magazine Artribune le riflessioni a riguardo di 20 tra artisti, curatori e altri professionisti ed esperti del settore

Cosa significa lavorare sulla conservazione dell’arte contemporanea e quale scenario stiamo lasciando ai posteri in tema di archiviazione, digitalizzazione e documentazione? Alla domanda il magazine Artribune ha dedicato due speciali, chiamando direttamente in causa gli esperti e addetti ai lavori. Curati da Santa Nastro e pubblicati a distanza di alcuni mesi l’uno dall’altro, raccolgono le riflessioni in materia di 20 tra artisti, curatori, professionisti della conservazione e accademici. “Se per le generazioni precedenti è stato semplice costruire e ricostruire lo stato delle opere attraverso lettere, documenti, immagini – si legge nel testo che introduce lo speciale – oggi che tutto tende all’immateriale che scenario stiamo preparando? Lo abbiamo chiesto a venti addetti ai lavori”.

Rimandando alla lettura integrale del primo e del secondo speciale online, riportiamo di seguito le riflessioni in materia di Claudia Collina, dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell’Emilia-Romagna:

La corretta conservazione è uno dei primi atti di valorizzazione di un bene che si ha il dovere di perseguire. L’educazione al bene culturale, al suo valore, alla sua deteriorabilità e al suo rispetto sono principi che dovrebbero rientrare nell’educazione dell’individuo sin dalla più tenera età, in quanto la “consapevolezza” nei confronti del patrimonio culturale possa essere stimolo di rispetto e volano per l’azione conservativa delle amministrazioni. Sulla conservazione sarebbe opportuna la modificazione e l’osservazione di qualche regola: nei contratti siglati dagli artisti andrebbe sempre richiesta, senza meno, la relazione sul loro lavoro che, documentando le materie e le tecniche costruttive e di allestimento dell’opera, dovrebbe costituire il fondamento degli interventi conservativi e dei successivi restauri.

È fondamentale la schedatura delle opere con uno strumento che sia adeguato a questi parametri: la scheda per le Opere d’Arte Contemporanea (OAC) dell’ICCD ha, nei campi relativi ai materiali, alle tecniche dell’oggetto e alle fonti e documenti, il suo corredo d’informazioni per la corretta conservazione, punti di forza che fanno di essa uno strumento per la catalogazione condivisa e partecipata delle opere d’arte contemporanea; e per la realizzazione di banche dati elettroniche dialoganti che portino a conoscenza di tutti, valorizzandolo, un patrimonio artistico contemporaneo diffuso e le informazioni per la sua conservazione preventiva.

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ultima modifica 2018-02-16T12:16:00+02:00
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