America, una newsletter non è per sempre

Un report non governativo riporta la scomparsa non preannunciata né motivata, oltre che contraria alle regole archivistiche della Casa Bianca, dell’intero archivio online di “1.600 Daily”, bollettino quotidiano a carattere istituzionale lanciato nel marzo 2017 e tuttora attivo

Nel marzo del 2017 la Casa Bianca ha lanciato la newsletter informativa “1.600 Daily”: aggiornamenti quotidiani sull’operato dell’amministrazione Trump, all’epoca del lancio della newsletter insediatasi da poche settimane, anche attraverso la segnalazione di articoli e commenti di stampa favorevoli alla sua linea politica. Oltre che via email, i contenuti della newsletter erano accessibili on line, in un apposito archivio che raccoglieva tutti i numeri inviati agli iscritti. Dallo scorso dicembre però, l’intero archivio della newsletter è scomparso dal portale della Casa Bianca e da tutti i domini .gov riconducibili all’amministrazione presidenziale statunitense.

A segnalarlo, catturando l’attenzione di svariate testate tra cui Quartz, è stato un report a cura del Web Integrity Project, promosso su iniziativa della Sunlight Foundation, organizzazione non governativa che da anni si occupa di trasparenza e accountability delle istituzioni statunitensi. Nello specifico il Web Integrity Project consiste in una attività di monitoraggio sistematico di circa 30.000 pagine appartenenti a siti e altri servizi web a carattere istituzionale: lo scopo è verificare l’eventuale rimozione o alterazione nel tempo di contenuti e altre risorse informative pubblicati su questi canali. Proprio da questa attività di controllo è emersa la sparizione online dell’intero archivio di “1.600 Daily”, successiva a un redesign grafico e contenutistico dell’intero portale della Casa Bianca avvenuto proprio nel dicembre dello scorso anno, e finora passata sotto silenzio.

Nel report si precisa che i curatori della newsletter non hanno annunciato in alcun modo la rimozione dell’archivio online, in aperto contrasto con quanto disposto dal Paperwork Reduction Act e da altre policy interne della Casa Bianca. Stando a questi riferimenti normativi, le istituzioni statunitensi dovrebbero “fornire sempre un preavviso adeguato prima di avviare, modificare sostanzialmente o interrompere prodotti a carattere informativo di particolare rilevanza”. Stando ai promotori del Web Integrity Project (WIP), anche se nelle linee guida della Casa Bianca non si specifica esplicitamente cosa si intenda per “contenuti informativi di particolare rilevanza”, la newsletter “1.600 Daily” rientra senza ombra di dubbio in questa tipologia di servizi.

Interpellata a riguardo, la responsabile dell’ufficio stampa della Casa Bianca Lindsay Walters ha parlato di una “richiesta assurda”. “1600 Daily - ha aggiunto - è una newsletter pensata per essere letta dalle proprie caselle di posta elettronica”. Quanto al fatto che la stessa newsletter venga quotidianamente segnalata anche via Twitter con il link all’ultima edizione pubblicata, aspetto messo in evidenza dagli stessi promotori del Web Integrity Project, la Walters ha ribadito che “il servizio è ottimizzato per essere fruito tramite i servizi di posta elettronica”.

Già in passato “1.600 Daily” aveva catturato l’attenzione dei media. Lo scorso anno, segnalò per errore un articolo a carattere satirico del Washington Post, scambiandolo per un endorsement alla definizione del nuovo budget istituzionale. Nell’articolo, tra le altre cose, si parlava di “pugno in faccia ai poveri” e si additavano come “seccatori e buoni a nulla” coloro che si opponevano alle nuove misure intraprese. Dopo essere stata segnalata da diversi siti e testate, la versione originale della newsletter fu modificata e il riferimento all’articolo satirico venne rimosso.

Dopo la rimozione dell’archivio, l’unico modo per accedere ai vecchi contenuti di “1.600 Daily” è tramite la Wayback Machine, l’archivio digitale creato dall’Internet Archive per conservare il maggior numero possibile di siti e altre risorse online, al fine di evitare la loro perdita a causa di rimozioni accidentali o volute, come quella che ha riguardato il servizio informativo della Casa Bianca.

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