Algoritmi nelle PA: il TAR Lazio torna a pronunciarsi

Bocciato l’uso delle procedure automatizzate per l’adozione di provvedimenti: non li motivano e non garantisco la partecipazione dei cittadini ai procedimenti

Con la sentenza n° 10964, pubblicata lo scorso 13 settembre, il TAR del Lazio è tornato a occuparsi dell’utilizzo degli algoritmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni, ribadendo la propria convinzione già espressa con le sentenze n° 9924/2018 e n° 6606/2019

Il nuovo pronunciamento è stato formulato a seguito di alcuni ricorsi nei confronti del Ministero dell’Istruzione, che aveva utilizzato un sistema completamento autorizzato per la gestione delle procedure di assegnazione delle sedi per la mobilità dei docenti nelle scuole.

Le procedure informatiche - si legge nella sentenza - finanche ove pervengano al loro maggior grado di precisione e addirittura alla perfezione, non possono mai soppiantare, sostituendola davvero appieno, l’attività cognitiva, acquisitiva e di giudizio che solo un’istruttoria affidata ad un funzionario persona fisica è in grado di svolgere e che pertanto, al fine di assicurare l’osservanza degli istituti di partecipazione, di interlocuzione procedimentale, di acquisizione degli apporti collaborativi del privato e degli interessi coinvolti nel procedimento, deve seguitare ad essere il dominus del procedimento stesso.

Su Agenda Digitale, un articolo a firma di Massimiliano Nicotra presenta i contenuti della sentenza ed evidenzia i punti di contrasto con il pronunciamento diametralmente opposto in materia di algoritmi della PA, formulato dal Consiglio di Stato nello scorso aprile.

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